per PARTECIPARE inviate una mail a deftones17@hotmail.it o luigi-primo@hotmail.it con i vostri
articoli più divertenti e spietatamente veritieri! Noi li leggeremo con sommo piacere e li pubblicheremo
sul blog! Non vediamo l'ora di allargare la nostra redazione di babbalei!

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sabato 28 gennaio 2012

ORZOBIMBOBIBBUBA'!

il prodotto incriminato
Orzobimbobibbubà! ORZOBIMBOBIBBUBA'!
- Signora, ci dica una cosa che le piace! -
- Orzobimbo! -
- Una cosa che non le piace? -
- Orzobimbo! -
- La sua grande passione? -
- Orzobimbo! -
- E il suo più grande incubo? -
- Orzobimbo! -
- Dove andrà in vacanza questa estate? -
- Orzobimbo! -
- Qual è la radice quadrata di 81? -
- Orzobimbo! -
- Cosa ne pensa della politica estera del nuovo governo? -
- Orzobimbo! -
- Orzoddio, signora! -

Orzobimbobibbubà, ORZOBIMBOBIBBUBA'!

Maria Cazzuola (anni 56) poco prima dell'aggressione
In manette il giornalista Mick Rofono (anni 41), ritenuto responsabile della brutale aggressione di questa mattina ai danni di Maria Cazzuola (anni 56), una donna affetta da disturbi mentali e manie di persecuzione. La donna era convinta di essere Orzobimbo (il noto orzo solubile che da decenni infesta gli scaffali dei nostri supermercati) ma anche di essere seguita giorno e notte da Orzobimbo; il marito non si chiamava più Carlo, ma Orzobimbo. Maria non riconosceva neanche più i figli: vedeva solo tante cucchiaiate del maledetto Orzobimbo. Stamattina la mentecatta ha avuto la sfortuna d'imbattersi nell'intervistatore Mick, di Radio Cippa, che stava lavorando ad un servizio sulle passioni degli italiani. Sono bastate poche parole prive di qualsiasi senso per scatenare la giusta ira del giornalista, che non ha esitato a tirare una microfonata in mezzo agli occhi alla poveretta che, tramortita, è caduta al suolo. Solo la tempestiva chimata del calzolaio Steve Ale al 118 ha permesso di salvare la vita di Maria. La crudeltà dell'episodio dovrebbe invitare tutti noi a riflettere sul potere devastante delle pubblicità insistenti, che rompi oggi e scassa domani finoscono per plagiare le menti dei più deboli di noi. Ricordate, cari pubblicitari: i tormentoni sono pericolosi.

giovedì 26 gennaio 2012

LA MALATTIA DI FRANCESCO I

Francesco I in uno dei rari momenti di lucidità
Francesco I dei Medici è passato alla storia come un grande collezionista, ma in realtà pochi si sono interrogati sul dramma di un uomo che per tutta la vita ha sofferto di una terribile malattia: la disposofobia, detta anche "fobia della soffitta piena" o "fobia del tutto mio tutto mio". Francesco non era assolutamente in grado di disfarsi di qualsiasi cosa egli venisse in possesso: sbrillocchi, patacche, ninnoli, chincaglieria e ciarpame vario, tutto veniva accuratamente schedato e risposto nello Studiolo di Palazzo Medici, senza eccezione. Francesco le chiamava "le sue coselline curiose", e la gente rideva. Rideva e non capiva il suo dramma. La madre gli gridava dietro: "France', ma che cazzo te ne fai delle mollette per il bucato?!"
"Tutto mio, tutto mio!", biascicava Francesco in preda al delirio "Il mio tesoro!", coniando così una frase che poi avrebbe avuto tanta fortuna. Nell'ultima fase della vita, la malattia del povero ragazzo si aggravò ulteriormente: Francesco non poteva liberarsi non più solo di qualsiasi cosa venisse in suo possesso, ma anche di quanto il suo corpo produceva. Le cronache dell'epoca ci raccontano l'orrore di coloro che entrarono nel suo Studiolo dopo la sua morte: "La puzza era terribile," dichiarò Giorgione Vasari "ci ritrovammo letteralmente in un mare demmerda!". Oggi la Storia ricorda Francesco I come un fine mecenate ed un collezionista: ha dimenticato il dramma di un uomo che per tutta la vita ha convissuto con una forma acuta di disposofobia, che lo ha portato a collezionare senza sosta, come uno scoiattolo rimbambito, tappi di bottiglia, francobolli, bottoni, riviste porno, calzini, caramelle e puzze in barattolo. Rendiamo omaggio alla tua memoria, Franci.

QUACCHERI IN PENTOLA

due giovani quaccheri
Se c'è una cosa nella quale gli americani vanno forti, è nella straordinaria capacità di inventare sempre nuove sette strampalate e religioni idiote. Ultimamente mi sono documentato sulla straordinaria comunità dei quaccheri, nati nel XVII secolo in seguito ad una insulsa diatriba con i protestanti sull'animale simbolo della loro religione: i protestanti tifavano per il tacchino, grasso e stupido come loro, mentre i quaccheri si riconoscevano nelle papere. In effetti il nome "quacchero" sembra proprio venire dal verso delle papere durante l'accoppiamento. Ad ogni modo fu questa divergenza di opinioni a spingere i nostri eroi a fondare una nuova comunità, arroccata nelle verdi foreste del Vermont. Ovviamente se c'è una cosa che i padri pellegrini ci hanno insegnato è la tolleranza: dagli indiani alle streghe, ne hanno fatti fuori più loro che i comunisti cinesi. Nel mirino finirono subito anche i poveri quaccheroni. "Vi piacciono le papere? E noi vi cuociamo in pentola!"
Le fonti dell'epoca riportano senza mezzi termini le terribili sofferenze che i quaccheri dovettero subire: spennati, scorticati e messi in pentola con il collo tirato, i nostri eroi hanno dovuto subirne di cotte e di crude per difendere la propria fede, e fu proprio la loro proverbiale tenacia (da allora è stato coniato il proverbio "ce l'hai duro come un quacchero") a permettergli di prosperare fino ai giorni nostri, e di continuare a professare la loro irrilevante dottrina babbiona.

giovedì 19 gennaio 2012

GIUSEPPINA CARLA, DOVE SEI?

Da ormai ventiquattr'ore non si hanno più notizie della nostra amata professoressa Giuseppina Carla Romby, e a questo punto si teme il peggio. La professoressa (età non pervenuta) avrebbe dovuto tenere ieri (18 gennaio) la prima sessione d'esame del suo corso, "Architettura delle tane di puzzola", ma dopo una lunga e snervante attesa gli studenti hanno dovuto tornarsene a casa con la coda tra le gambe. La donna non ha risposto nè al telefono di casa nè al cellulare, e nulla è stato comunicato nè agli studenti nè in portineria. Le ipotesi che gli inquirenti hanno formulato sono tre: Giuseppina è in sciopero personale contro le difficoltà che hanno i giovani (categoria cui lei stessa appartiene) nell'inserirsi nel mondo del lavoro; Giuseppina è fuggita con l'uomo della sua vita in Guatemala; Giuseppina non è mai esistita, e sarebbe stata una proiezione mentale degli studenti, sotto pressione per gli esami. Al momento questa sembra essere la sola spiegazione possibile, nonché la più probabile. Nell'attesa che nuove informazioni giungano in redazione, restiamo col fiato sospeso.
Stasera, in piazza della Passera, una fiaccolata di studenti griderà al mondo di non dimenticare Giuseppina Carla.

domenica 15 gennaio 2012

INTERVISTA A CAPITAN FINDUS: "NON SONO UN PEDERASTA"

il nonnetto incriminato.
- Buongiorno, signor Capitan Findus. -
- 'Giorno. -
- Recentemente si è creato un gran clamore a causa di voci non confermate che la accuserebbero di pedofilia. Cosa pensa al riguardo? -
- Baggianate. Non capisco chi possa aver messo in giro una simile fanfaluca. -
- Be', deve ammettere che vederla sempre su una nave in mare aperto, solo con decine di bambini che non si sa bene da dove saltino fuori può creare qualche pensiero malizioso. I genitori dei pargoli sono informati della cosa? -
- Certo che no, cazzo. Se un vecchio barbone con la faccia paonazza venisse da lei e le dicesse: "dobbiamo girare un spot sul merluzzo, mi presta suo figlio? Non si preoccupi, lo portiamo solo nel Mar Baltico su una chiatta sciancata", lei cosa risponderebbe? -
- Direi di no. -
- Ecco appunto. Veda di non fare domande cretine. -
- E allora come ci finiscono a bordo del suo peschereggio tutti quei giovani virgulti? -
- Ha mai sentito parlare di Facebook? -
- Certo, mi sorprende che ne abbia sentito parlare un vecchio lupo di mare come lei. -
- Oggigiorno se vuoi adescare... cioè, mi scusi, se vuoi persuadere delle giovani menti a seguirti in culo al mondo non c'è niente di meglio che fingersi una ragazzina di 12 anni in cerca di prime esperienze sessuali. -
- Lei sta dicendo che si spaccia per qualcun altro per attrarre minori? -
- Esatto. -
- Lo sa che è illegale? -
- Non si fanno le frittate senza le uova. Mi sembra di parlare con un coglione, mi scusi. -
- No, mi scusi lei, sono solo vagamente allibito. -
- E' normale, faccio questo effetto. -
- Che poi mi scusi, ma anche il prodotto che lei mette in vendita ha tutta l'aria di una trovata da due soldi per irretire minorenni. -
- Sarebbe a dire? -
- "Se vuoi diventare grande, prendi più pesce". A chi crede di darla a bere? -
- Non capisco a cosa si riferisce, il mio pesce è di grande... qualità. -
- Non lo mettiamo in dubbio, tuttavia... non si sente poco poco una merda? -
- Caro mio, il mare è grande, le notti sono lunghe, e purtroppo i posti da pastore sardo erano stati già tutti presi quando ho iniziato a lavorare io. Uno in qualche modo deve pur distrarsi. -

giovedì 12 gennaio 2012

GLI ESPERTI INFORMANO: "EVA IN CU' PROVOCA DIPENDENZA"

Secondo uno studio condotto dal professor Pino Puzza dell'Università di Castellamare, la supposta effervescente Eva in cu', che tanto successo sta avendo in queste settimane, provocherebbe una forte dipendenza fisica e mentale. "I giovani ne abusano", dice il prof. Puzza "arrivano a consumare 10-12 suppostone frizzanti nel giro di una sera, con effetti disastrosi sulla percezione della realtà e sulla respirabilità dell'ambiente circostante". La notizia si collega così all'arresto di questa mattina di un pusher di Montecuccoli, Alfredo Cacchio (anni 58), colto in flagranza di reato mentre vendeva una dose particolarmente friccichina di Eva in cu' a un ragazzino di 12 anni. "La dose avrebbe potuto essere fatale", commenta il questore Gaetano Muzzo "su un ragazzino di quell'età avremmo visto bollicine spumeggianti uscirgli pure dalle orecchie". La Procura ha avviato un'inchiesta per accertare l'effettiva capacità di creare dipendenza del prodotto,  il cui target sono evidentemente i giovani sottopressione e alla ricerca di esperienze  nuove e conturbanti. Non possiamo permettere che la nostra gioventù migliore si dissolva in una nuvola di bollicine puzzolenti.
Due giovani abusano pesantemente di Eva in Cù durante una sessione d'esame

mercoledì 11 gennaio 2012

BOCCIOLI FELICI

Dopo anni di inutili e dolorose sperimentazioni su macachi e criceti, nasce finalmente la suppostona effervescente EVA IN CU', che ci permetterà di goderci senza paura e stupidi sensi di colpa quer friccico di buho di culo che ci piace tanto (ammettiamolo, che ci piace...)! Ve lo proponiamo in 3 divertenti versioni: gusto mandarino, gusto caipirija e gusto MastroLindo, per i boccioli più difficili da sturacchiare. Finalmente potremo provare quella sensazione di cui abbiamo fatto a meno per milioni di anni ma che da oggi si impone come un vero e proprio way of life: EVA IN CU'... perchè anche i vostri retti meritano il giusto appagamento! Dopo l'alcool, le sigarette e le droghe pesanti, EVA IN CU' diverrà nuovo motivo di spiritosa aggregazione sociale: reggetevi la pancia dalle risate, arriva il meteorismo con le bollicine, meglio dello champagne di fine anno! E quanti scherzetti birichini potrete fare! Non vogliamo suggerirvi iniziative potenzialmente criminose, scoprite voi tutti gli straordinari modi di vivere e far vivere EVA IN CU'! Per oggi e solo per oggi vi proponiamo l'offerta lancio di un pacchetto da 6 suppostone di EVA IN CU' allo straordinario prezzo di 89 euro! Affrettatevi, i telefoni già scottano (ed anche i vostri bocciuoli!)...

lunedì 9 gennaio 2012

"VOGLIO UNA VITA SPERICOLATA"

GiovanGioacchino Wickelmann (affettuosamente chiamato dalla mamma e dagli amici Tinky Wincky) ha avuto una vita davvero straordinaria: goliardico, giocherellone, simpaticone, frocione, lussurioso zozzone, impavido feticista, gran trombeur di frammenti statuari antichi. Le immagini parlano da sole: turbante in stile Divino Otelma, accappatoio rosa con boa di struzzo in stile Renato Zero prima maniera, sguardo da furbacchione. Nessuna sorpresa se ha fatto la fine che ha fatto. Ma andiamo con ordine: giovanissimo entra nel torbido mondo della Roma neoclassica, popolata all'epoca da cicisbei inglesi dai dubbi orientamenti sessuali, cui faceva capo il più torbido dei torbidi: il cardinale Albani (per gli amici Albachiara per via dei capelli ossigenati), edonista, gaudente epicureo, trombatore mediocre ma gran debitore. Nella sua Villa romana (l'Arcore dell'epoca) si sono consumati i festini più sfrenati e inconfessabili, a base di sesso droga e rock and roll (all'epoca Mozart era il Mick Jagger di noialtri). Le cronache dell'epoca ci riportano tutte le fanfaronate e le cialtronate di cui Wincky si è macchiato: dall'essersi accoppiato con un braccio del Laocoonte all'aver orinato e dato alle fiamme un quadro di Boucher (madonna quanto lo odiava); dall'aver sniffato le ceneri dell'imperatore Adriano allo schianto giù per la scalinata di Villa Albani dopo una corsa in bicicletta senza mani e senza piedi. Berlusconi avrebbe certamente avuto tanto da imparare da questi insuperabili epicurei. Ma il massimo dell'epicureo, del torbido e dello spericolato fu la morte del nostro eroe: una vera morte da rockstar (e qui riportiamo la vera verità): a Trieste perde la testa per un panettiere di Pistoia, prenotano la stanza in un motel, fanno sesso sfrenato per tutta la notte, ma... al mattino la cameriera trova il corpo senza vita del povero Wincky, brutalmente assassinato nella vasca da bagno, tra i mozziconi di sigaretta e le bottiglie di JD vuote. Il panettiere ha sedotto il nostro eroe, lo ha ucciso e lo ha derubato, consegnadolo così alla posterità come la  prima vera grande rockstar del nostro tempo. Grazie Wincky, abbiamo davvero tanto da imparare da te.

LA BOTTEGA DEGLI ORRORI DI TATA LUCIA

Lo chiamavano il Paese dei Balocchi: era il giardino d'infanzia messo su da Tata Lucia (anni 102), resa celebre dal programma "SOS Tata". Altro che Paese dei Balocchi: dopo le segnalazioni fatte da alcuni genitori, allarmati dal modo strano di camminare dei figli, la polizia ha scoperto questa mattina una vera bottega degli orrori. I pargoli erano stati costretti a indossare tutù rosa e cappelli da marinaretti, mentre Tata Lucia, vestita da calzolaio e con tanto di tacchi a spillo, passaggiava per la stanza con una puzzola al guinzaglio. Chissà quali vili perversioni animavano la fantasia distorta della donna, che al momento dell'arresto ha gridato: "Odio i bambini! Li odio, con quei nasi moccicosi e le mani impiastricciate! Non li sopporto!". Gli agenti non hanno prestato ascolto alle sue farneticazioni, e l'hanno trascinata di peso in Questura. Ai bambini è stato chiesto di indicare su un orsacchiotto quali parti del loro corpo fossero state violate: unanime è stata l'indicazione dello sternocleidomastoideo. Non c'è davvero limite all'orrore...

"TREMATE, TREMATE! LE FAVE SON TORNATE!"

Dopo anni di doloroso silenzio, tornano a colpire gli intramontabili FRACIDICCI! Scusate il ritardo, ma la verità è che ci eravamo persi le password e non riuscivamo più ad entrare nel nostro fantastico, strepitoso, rocambolesco e roboante blog! Ma se le password si perdono, lo spirito è più presente che mai! Tanto per cominciare, con un'abile operazione ti copia-incolla vi riproponiamo tutti i nostri post, che hanno segnato una stagione di dabbenaggini e cialtronerie! Come scordare la mitica Peppina, l'irreprensibile Starabba, la nostra rubrica "Cotto e Mangiato", i nostri articoli dissacratori e le nostre rivelazioni fulminati? Se tutto questo vi è mancato, se ci avete perso il sonno, se non avevate parole per esprimere il vostro dolore, gioite nostri fedeli! Siamo tornati, e non vi lasceremo mai più soli! Davvero, potete stare tranquilli, stavolta le password ce le siamo segnati...

giovedì 3 giugno 2010

“ABBIAMO FATTO L’ITALIA, ORA FACCIAMO GLI ITALIANI”, IL TORMENTOSO TORMENTONE


Sembra proprio che l’estate 2010 sarà segnata dalla storica frase del vecchio D’Azeglio. Altro che Chihuahua, Macarena e Asereje-a-e-e! Quest’anno sotto l’ombrellone non sentiremo altro che la perla di saggezza del mitico Massimo. I giovani lo ripetono fino allo spasimo, i vecchi lo ricordano con nostalgia, le donne si sciolgono! Fabri Fibra ha già annunciato che il suo nuovo singolo si chiamerà: "Abbiamo fatto l’Italia, e l’abbiamo fatta di merda!". Le varianti sul tema non mancheranno, da "Fatti non foste a vivere in Italia, ma per seguir Giolitti e Zanardelli" a "L’Italia è fatta, portatela a San Patrignano", e infatti la famiglia D’Azeglio ha già chiesto i diritti d’autore, anche se ormai la celebre frase è di dominio pubblico. Anche l’associazione "Difendiamo Massimo" è sul piede di guerra. "Non vedo perché dovremmo strumentalizzare la frase di un pover’uomo," ha dichiarato il presidente della D.M. "capita a tutti di dire una minchiata!". Caro presidente, quello che dice è vero, ma c’è un limite a tutto!

sabato 29 maggio 2010

COTTO & MANGIATO (puntata 3)


Benvenuti nella nostra cucina! Oggi prepareremo uno splendido tiramisù con quello che vi resta in casa. Tutti abbiamo in dispensa il classico rimasuglio di panettone raffermo che nessuno ha più il coraggio di toccare da 14 mesi.: ebbene, è arrivata la sua ora. Prendete il coraggio a due mani e affettatelo ben bene con una sega a motore. Fatto? Adesso mettete del caffè, di quello che avanza sempre sui fondi delle tazzine e che nessuno beve mai, in un recipiente dove aggiungerete anche del mascarpone. Troppo caro? La nostra amica Palmira di Scasciano Terme (non Casciano, proprio Scasciano) consiglia allora di usare il latte scaduto, ma assicuratevi che sia scaduto sul serio, cioè che stia in piedi da solo e sappia giocare a dama. A questo punto unite il nostro "mascarpone" con il caffè vecchio: otterrete così un dolce dolce impasto, che verserete sulle fette di panettone, precedentemente ammorbidito con un giro di centrifuga (non dimenticate l'ammorbidente!). Per dare un tocco di colore, cospargete bene di briciolotti di pane secco l'ultima fetta, e decorate con qualche ricciolo di pesto di pistacchio (vedi puntata 1), che ci sta sempre bene. Vedrete che figurone con le vostre amiche! Mmm... Cotto e mangiato!
 

venerdì 28 maggio 2010

IO, KULAKO


Se lo sterminio degli ebrei, opera della follia nazista, vi ha scioccato, aspettate di sentire la storia dei kulaki. I kulaki erano della tranquilla gente di campagna, che se ne stava per i fatti propri nelle steppe nel culo della Russia. La maggior parte di loro zappava la terra a mano: i più ricchi avevano un aratro e, quando andava bene (ma proprio bene) un cavallo. Se possedevi un paio di scarpe, la gente ti rispettava. Un bel giorno arrivò la polizia, la CEKA (così chiamata perché andava a tentoni e non capiva una sega neanche a disegnargliela), e chiese: "Tu, che proprietà hai?"
"Un carretto sciancato"
"Troppo ricco, deportatelo. E tu?"
"Due papere e una moglie"
"Arrostite le papere e deportate la moglie. E tu?"
"Io di papere ne ho solo una, ma è finta, di quelle che galleggiano"
"Affondatela e portate via la vasca"
"Non ho la vasca: in genere uso una pentola"
"Allora cuoceteci le papere di quell’altro. E tu?"
"Io non ho niente"
"Troppo povero, deportatelo. E tu?"
"Cosa bisogna dire per non essere deportati?"
"Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa"
"Sopra la campa la pacra manca, sotto la pampa la crapa crepa"
"Non c’hai preso un cazzo. Deportatelo"
La cosa strana è che, quando una mattina il vecchio Josif si svegliò, con i suoi occhietti cisposetti e le sue pantofole dell'orso Yoghi, e gli dissero che la Russia era sull'orlo del baratro, perché non era rimasto un solo contadino che lavorasse la terra, il nostro amico baffone ebbe anche l'arguzia di chiedersi come mai.

IL CAFFE’ ASBURGICO, UNA PRESA DI CULO


Inoltriamo vibrata protesta al Comune di Firenze, e mettiamo in allerta tutti gli studenti della città, contro il caffè asburgico, conosciuto anche come Kaffehaus, del giardino di Boboli. Ragazzi, state in guardia contro le insidie che si pongono tra voi e la vostra volontà di passare una sana giornata di studio! Diffidate di cartelli accattivanti e di turiste rimbambite! Il Kaffeehaus è una truffa!
Spinti da un nobile desiderio di abbeverarci alla fonte del sapere immersi nel verde, stamattina io ed un mio prode compagno ci siamo incamminati verso il giardino di Boboli, ormai tristemente famoso per i numerosi decessi causati dalle salite troppo salitose (da affrontare provvisti di ramponi e piccozza) e le discese troppo ruzzolose. Sotto lo sguardo ammonitore della Dea delle Fratte, che tutto può e tutto sa, abbiamo cercato un luogo ameno che fosse adatto allo studio, sebbene indotti al frizzo ed al lazzo dalla presenza di fiorellini, uccellini e moscerini. Sotto un sole dardeggiante, si è miracolosamente materializzato un cartello: "Kaffeehaus →". Provati dalle numerose salite, abbiamo pensato bene di rifocillarci con cappucciotti e zuccherotti assortiti, ma l’impresa si è rivelata alquanto complicata. I cartelli si susseguivano impietosi, e noi ne seguivamo l’indicazione come anatroccoli rincoglioniti dal caldo. Giunti sulla cima del giardino, a 1500 metri sul livello del mare, vedevamo sotto di noi solo le nuvole e qualche aereo. C’era sì uno strano edificio, uno specie di pagliaio sbilenco, ma niente che potesse far supporre la presenza di un caffè. Abbiamo dunque cominciato a inoltrarci per sentieri e viottoli di montagna, chiedendo anche informazioni ad un paio di turiste slave che, come nella migliore tradizione fantozziana, indicavano una da una parte e una dall’altra. Solo dopo un gran peregrinare siamo giunti all’eremo di una vecchia matta la quale, sorridendoci senza denti ha detto: "Avete incontrato un pagliaio sbilenco? Era quello il Kaffeehaus. È chiuso da trecento anni. L’ultima tazza di thè l’ha presa Leopoldo I nel 1768, me lo ricordo bene".
"Ma i cartelli?"
"Marketing. Una volta arrivati stremati fin quassù, i turisti fanno a gara per scendere a fondovalle a intuzzarsi di robba".

Caro Comune, le soluzioni che, dopo questa esperienza, ti proponiamo sono 3: o togli i cartelli fraudolenti, o apri il Kaffeehaus e ci fai un vero caffè, oppure lo abbatti definitivamente tanto è e resterà sempre un pagliaio sbilenco. Grazie.

giovedì 27 maggio 2010

RITROVATA MARTINA!


Si è conclusa per il meglio la triste vicenda che ha lasciato l’Italia con il fiato sospeso per 23 giorni. Martina Carroccio è finalmente tornata a casa. La ragazza, come ricorderete, era uscita a buttare la spazzatura, ed era scomparsa. Oggi, in esclusiva, la nostra redazione può raccontarvi, con le parole della stessa Martina, quello che accadde: "Ero uscita a buttare la spazzatura, ma non ero ancora ubriaca come hanno detto i miei coinquilini. Ho cominciato a darci sotto con i Jack Daniel’s solo dopo, e solo dopo la vista ha cominciato ad annebbiarsi. Smentisco categoricamente di aver avuto un incontro con un marocchino. Non era un venditore di ombrelli, ma un buddista, che, approfittando della mia mancanza di lucidità, ha cercato di convincermi a lasciare la mia religione. La cosa mi ha tentato, ma ho ceduto solo quando, per rincarare la dose, il tizio mi ha offerto un bel pezzettone di fumo di prima scelta. Ecco la verità: sono partita per il Buthan insieme a lui, perché pare che lì l’erba sia fantastica. In realtà l’ho capito dopo che era una scusa per abbordarmi, e che in Buthan non ci cresce un cazzo niente perché sta a 8000 metri di quota. Ma ormai la frittata era fatta: visto che ero lì mi sono convertita al buddismo, e per due settimane sono stata la sexy pastorella di yak del paese. Sono tornata in Italia non per una crisi mistica, ma perché in Buthan non c’era un solo cinese che vendesse alcol scadente".

mercoledì 26 maggio 2010

NASCE LPZ, TANTI AUGURI!




E’ stato depositato stamattina alla SIAE il brevetto della LPZ, la "Lega per la protezione degli zimbelli". La maggior parte della gente pensa che lo zimbello sia il solito caso umano che viene preso di mira dagli altri componenti di una comunità, ma in realtà per "zimbello", la Lega intende quegli uccelli che vengono crudelmente legati ad un filo o ad una rete per fare da richiamo per gli altri uccelli, al fine di catturarne il più possibile. Gli zimbelli soffrono dunque un disagio sociale e uno stress notevoli, cui questa nuova Lega vuole dire basta una volta per tutte. Naturalmente ad essa possono aderire anche tutti i baggiani, i rincobamba, i babbei e i tontoloni che si sentono oggetto di uno scherno ingiustificato da parte di amici, colleghi e familiari, nonché tutte le persone crudelmente discriminate perché hanno un nome per inizia per Z. Coraggio, voi Zaccaria, Zuzzurro, Zabedeo, Zoe, Zelinda e Zaccheo che siete all’ascolto! La LPZ è nata anche per voi!
una civetta usata come "zimbello", e uno zimbello.
 

STARABBA, IL GOVERNO DIMENTICATO


Forse non tutti sanno che tra la caduta di Crispi (1891), e il breve governo di Giolitti (1892), vi fu il governo ancor più breve dell’irreprensibile Antonio Starabba di Rudinì, che resse con coraggio le sorti dell’Italia per circa 3 o 4 giorni. Tuttavia, in quei pochi, miseri giorni il pirotecnico Antonio si dette un gran daffare: visti gli insuccessi dei suoi predecessori nella conquista dell’Etiopia, decise di cambiare area di influenza, e mosse all’attacco del Tibet. Le difficoltà logistiche non mancarono (qualcuno parlò di "immensa minchiata"), ma il contingente italiano riuscì comunque a raggiungere il Tetto del Mondo. Forti della superiorità numerica e dei gioielli tecnologici di cui erano in dotazione (tra cui fionde, bottammuro, raganelle e stelle filanti), i soldati italiani conquistarono diversi pascoli di yak incazzosi e di capre tibetane, ma dovettero arrendersi di fronte al temibile Generale Inverno: furono ritrovati a primavera, ospiti di un monastero che aveva servito per 6 mesi cioccolata calda e whisky di contrabbando. Anche nella politica interna, Starabba brillò per diplomazia: per sedare le rivolte di pecorai meridionali, eternamente incazzati perché la tv via cavo non era ancora arrivata al Sud, il nostro eroe distribuì a piene mani orologi dell’Uomo Ragno, astucci di Candy Candy e, ai primi 50 che telefonarono, offrì un soggiorno premio a Nocera inferiore (all’epoca piuttosto fiorente). Nonostante questi successi, le cose finirono male: il governo Starabba cadde perché Starabba cadde, uscendo da Montecitorio e schiantandosi contro un chioschino delle caldarroste. Nonostante questo, egli resta nei nostri cuori come uno dei più ambiziosi primi ministri della nostra storia. Ciao Antonio.
 

mercoledì 26 maggio 2010

GUIDO NON PERDONA



La ritorsione di Benny-Guido è scattata stamattina senza perdono. Certo non è stata una mossa molto intelligente, quella di svelare la doppia identità del comico/professore il giorno prima dell’esame, ma nessuno poteva prevedere un epilogo simile. Sentendosi perduto, Benny-Guido ha attaccato lo sfortunato Gentile Luigi (anni 22) con un sadismo mai visto prima. Da dove viene la parola "sinopia"? Come si chiamava il gatto di Vitale da Bologna? E lo scalpellino che realizzò il quarantatreesimo soldato romano (da sinistra) sulla Colonna Traiana? Sono solo alcune delle domande folli cui Gentile è stato chiamato a rispondere. Non c’è voluto molto perché il giovane finisse nel pallone, suscitando il rancore sopito dell’uomo, che non ha potuto più trattenersi dal tirargli una cartella in pieno viso. A quel punto non ce n’è stato più per nessuno: Gentile ha impugnato il manuale, e con quello ha fracassato la capa del professore. Nella rissa sono rimasti coinvolti anche Fabrizia Frattura e Giancarlo Buttafava, eroicamente caduti sul campo di battaglia nel tentativo di separare i due, mentre il resto degli studenti, attoniti, assisteva al massacro. Il tutto si è risolto con un misero 27: il voto della vergogna, scritto col sangue ed estorto sotto minaccia di ritorsione dal prode Gentile. Ormai ridotto ad una maschera di sangue e caccole, il professore non ha potuto fare altro che convalidare l’esame.
Gentile Luigi (anni 22) dopo il sanguinoso esame

martedì 25 maggio 2010

IL PASSATO NON SI DIMENTICA (parte 2)

Grazie al lavoro congiunto dei nostri redattori, siamo in grado di offrirvi le prove più soprendenti circa la doppia identità di Benny Hill. O dovremmo chiamarlo Guido Tigler? Chi dei due è l'altro? E' mai esistito Benny Hill, o era solo un pastore alcolizzato del Sud Tirolo che, durante la guerra, scappò in America? O forse, quello che noi studenti chiamiamo rispettosamente "professore" non è altro che quel comico che tutti credevano morto per obesità nel '92. Certo è che le foto parlano chiaro: Benny Hill e Guido Tigler sono la stessa, panciuta persona. Ma le sorprese non finiscono qui: osservate bene la prima foto in bianco e nero. La ragazza bionda col cappello da poliziotto, alla destra di Guido... l'avete riconosciuta? Ma certo! E' Cristina, la nostra amata professoressa di Museologia nei suoi anni migliori! Certo però... che tracollo. Nella seconda foto, invece, ecco Benny-Guido che, sbronzo e vestito da marinaretto (osservate lo stesso sguardo folle che ha a lezione), viene braccato da due infermiere della Neuro. Più in basso, Benny-Guido che si rilassa suonando la chitarra tra una lezione e l'altra, e poi Benny-Guido circondato dalle sue ex, tutte studentesse rimorchiate nel cortile di facoltà mentre prendevano il caffè.

IL PASSATO NON SI DIMENTICA



















lo avete riconosciuto???? è un prof di Storia dell'arte medievale dell'università di Firenze! Noi della redazione abbiamo indagato sulla sua vita e guardate cosa ne è venuto fuori.... Buona visione ! (Da rimanerci secchi) ! agghiacciante

MONTENEGRO, MEGLIO ANDARCI PIANO


È di qualche ora la notizia dello schianto di un aeroplano contro l’antenna televisiva di Tele Capri. Da una prima ricostruzione, sembra che tre amici abbiano fatto uso massiccio di amaro Montenegro, prima di salire a bordo del velivolo per portare in salvo un antico vaso (che in realtà non era un vaso ma un’anfora). Nonostante il tentativo di dissuasione delle mogli, i tre ubriachi hanno deciso di mettersi comunque alla guida, per "salvare l’antico vaso! Dobbiamo salvarlo! E’ uno di noi!", avrebbe biascicato uno dei tre mentre ruzzolava per la scaletta dell’aereo. La tragedia era prevedibile, ma non certo lo schianto contro l’antenna di Tele Capri. "Abbiamo una sola antenna in tutta Italia", ha dichiarato il presidente della televisione "e quegl’idioti sono riusciti a beccarla!". L’uomo ha aggiunto che sporgerà denuncia contro la ditta Montenegro, contro il produttore dell’aereo, contro le famiglie degli ubriachi e contro la Sovrintendenza dei beni culturali. "Se non fosse stato per quel vasetto di merda," ha infatti spiegato "tutto questo non sarebbe accaduto".
Una foto del pilota poco prima della tragedia

lunedì 24 maggio 2010

“LA TERRA NON E’ ROTONDA!”


Ne è convinto il professor Bruno Vecchio (per gli amici "il vecchio Bruno"), docente di Geografia all’Università di Firenze. "Chi ce lo dice che la Terra è tonda?" ha dichiarato alla stampa "Voi l’avete mai vista? Io no". Il vecchio pirlacchione ha studiato a lungo il problema, realizzando un preciso disegnino che mette a dura prova le teorie copernicane (immagine sotto). Secondo lo studio del professore, la Terra sarebbe una sorta di pizza margherita lanciata nello spazio, che gira come la "Ruota della Fortuna" di Mike Bongiorno. Alla domanda di un giornalista: "E allora come si spiega l’alternanza giorno-notte?", il docente ha risposto: "Mi prendete per il culo? Lo vede anche un bambino che il sole sorge da una parte e tramonta da un’altra!". Nonostante le perplessità dei giornalisti (qualcuno ha anche avvisato la Neuro), il professore ha anche dichiarato che sta organizzando una spedizione in mongolfiera per dimostrare la sua tesi strampalata. Alla spedizione prenderanno parte anche Gina e Lapo, la puzzola e il criceto del professore, che terranno compagnia all’uomo nei lunghi giorni di volo. "La loro presenza ha anche un interesse scientifico;" ha però specificato Vecchio "nel caso la mongolfiera salisse troppo, la loro morte per mancanza di ossigeno mi avviserà del pericolo". Lo scienziato ha pensato davvero a tutto: giunto sull’orlo del mondo, apporrà una bandierina con su scritto: "Qui è arrivato Bruno", appositamente preparata per l’occasione. Non mancherà una macchina fotografica per documentare il viaggio, e immortalare eventuali angeli, mostri marini e navi che, spingendosi troppo oltre, cadranno dal mondo. Al ritorno di Bruno, lo aspetta una bella camera imbottita.

domenica 23 maggio 2010

GIANCARLO, UNO DI NOI

Crimine orrendo quello che si è consumato nella Segreteria Studenti di Lettere e Filosofia (Firenze) la mattina di venerdì scorso. Uno studente, che per comodità chiameremo Giancarlo, ormai prossimo alla laurea si è recato in segreteria per consegnare alcune pratiche, ma al suo arrivo è successo l'imprevedibile: una delle ventiquattro segretarie che di norma girano in tondo senza meta, perse come pesci in una boccia di vetro, dietro l'unico sportello aperto (su sei) comunica al nostro Giancarlo che manca ancora un esame per raggiungere il punteggio necessario al conseguimento del diploma di laurea. Lo studente ribatte che, secondo il suo piano di studi, gli esami che avrebbe dovuto sostenere sono stati tutti passati ed anche con ottimi voti; la risposta stizzita è stata che "se un esame non compare online vuol dire che non è stato sostenuto". Ora, voi capite che uno studente, dopo aver letto e decifrato gli orari della segreteria (che per inciso sono il lunedì e il mercoledì dalle 9.00 alle 13.00, il martedì, giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00, però il secondo e terzo mercoledì dei mesi bisestili dalle 9.00 alle 9.30, il primo aprile dalle 13.15 alle 13.23, quando Saturno si trova in asse con Giove e Urano aperto tutto il giorno con buffet, chiuso nei giorni di luna nuova, ma tutto è relativo perchè comunque cambiano ogni settimana), dopo essersi svegliato alle 6.00 del mattino per arrivare presto in segreteria e accorgersi che comunque ha il numero 476243978686, i due minuti prenderebbero a chiunque! Ecco allora che l'eroico Giancarlo scavalca il bancone, afferra la segretaria per il collo ed inizia a strangolarla. Subito accorrono le altre ventitre segretarie, lasciando i vari "Leggo" e "Metro", per strappare la sfortunata dalle grinfie avide di vendetta del laureando; ma ecco che arriva l'ondata di studenti in attesa del proprio turno ad aiutare l'attentatore, perchè si sa che in certe situazioni la battaglia di uno è la battaglia di tutti. Dopo una lotta lunga e sfibrante il ragazzo è riuscito ad avere la meglio: la povera segretaria è spirata pronunciando le sue ultime, strazianti, parole: "Apporre marca da bollo da 14, 62 euro". Lascia nessun marito e tanto meno figli o amici, solo un gatto polveroso e una casa vuota, come la media delle segretarie/portinaie universitarie (è forse da imputare a questo il tasso di acidità dei segretari, e non ad un virus che si diffonde per contatto come si è sempre sostenuto, quindi? altro punto su cui riflettere). Ovviamente Giancarlo è uscito dalla segreteria secondo le normali procedure, avvolto (da personale autorizzato) in un camice bianco dalle maniche lughissime e annodate dietro la schiena, e trasportato con urgenza nei pressi della Torretta a Campo di Marte, in un tripudio di folla inneggiante il suo nome. Seguiremo con ansia le vicende dei prossimi giorni, certo è che tali eventi avranno ripercussioni legali, e forse anche penali, sulla segreteria di Lettere. Vi terremo aggiornati per ulteriori sviluppi.


Simone

CASO DE LORENZI, CRESCE LA TENSIONE


Non hanno ancora segnato un punto di svolta le trattative per il rilascio del parrucchiere Ugo (anni 34), tenuto in ostaggio da oltre 72 ore da G. De Lorenzi (anni 68), la donna che nella notte di giovedì si è introdotta in casa dell’uomo farneticando su una presunta storia d’amore tra i due. Dalla ricostruzione degli inquirenti, sembra che il soggetto (mentalmente instabile) abbia anche accusato la sua vittima di averle fatto un taglio di capelli, a suo dire, "orribile". Tramite contatto telefonico, l’ostaggio è riuscito a dire: "Non è stata colpa mia! Io ho fatto del mio meglio! Sono i suoi capelli che fanno schifo!". Per quanto le sue affermazioni siano palesemente veritiere, non è riuscito a smuovere il cuore del suo carnefice. La casa dove G. si è asserragliata insieme all’ostaggio è monitorata ventiquatt’ore al giorno. Le telecamere puntate sulle finestre hanno ripreso strane attività all’interno: la donna che barcollava ubriaca per casa cantando "Sono una donna, non sono una santa", la messinscena di un pietoso pseudo-matrimonio, con la donna nelle veci di un pastore protestante e di sposa (mentre la vittima era legata e imbavagliata ad un cavalletto per artisti), e la tortura dell’ostaggio, cui la carnefice ha tagliato i capelli con una frusta elettrica e un saldatore gridando: "Guarda come ci si sente!". Gli inquirenti hanno già preso contatti con estetisti e chirurghi di tutto il mondo affinché si possa ridare un aspetto umano alla donna, e farle così rilasciare lo sventurato Ugo. Nell’attesa, ricordiamo a tutti che la visione diretta della De Lorenzi causa paralisi motoria e trombosi, quindi invitiamo tutti a non avvicinarsi alla casa degli orrori.


La De Lorenzi in un raro momento di gioia

domenica 23 maggio 2010

IL SOGNO DI GIANNI




Gianni aveva un sogno. Cavalcare sulle onde del mare insieme ad Ulisse, il delfino curioso del parco di Riccione. Nell’attesa che quel sogno si realizzasse, Gianni ha continuato a portare cioccolatini al cetaceo per oltre 15 anni, provocando all’animale un’obesità cronica. Ma questo non aveva importanza: loro erano amici, e presto avrebbero cavalcato per i mari del mondo. Ieri quel sogno si è spezzato per sempre: Gianni, ormai 56enne, calvo e grasso, si è recato dal suo inseparabile amico per l’ultima volta. La curiosità del delfino stavolta gli è costata cara: Ulisse, ridotto ad un tricheco diabetico, nello sporgersi oltre il bordo della piscina ha perso l’equilibrio scivolando sulla stagnola del cioccolatino, ed è finito addosso a Gianni, riducendolo ad un vegetale. I giornali hanno già variamente ribattezzato Ulisse come "il delfino mostruoso, riottoso, gottoso e vanaglorioso", senza interrogarsi sul dramma umano che per 15 anni ha isolato un ragazzo di periferia inducendolo ad indebitarsi fino al collo per comprare caramelle per il suo amico. Ora non resta che una foca monaca con l’ipertensione e un sogno infranto. Non va dimenticata, però, la tragedia che avvenne solo qualche anno fa in circostanze analoghe, e che costò la sedia a rotelle a Cesira, l’inseparabile amica di un cavallo goloso. Anche troppo goloso, visto che tranciò di netto i piedi della ragazzina, colpevole solo di avergli offerto, una volta tanto, del fieno. Che le due morti siano correlate? Che la morte di Gianni non sia stata un incidente? Forse la natura si sta ribellando al giogo dell’uomo? Nel dubbio, chiudete i vostri canarini in gabbia a doppia mandata.
 

sabato 22 maggio 2010

COTTO E MANGIATO!(puntata 2)

COTTO & MANGIATO! (puntata 2)
Benvenuti nella nostra cucina! Oggi faremo una semplicissima torta con un po di frutti di boschi della transilvania meridionale che vi sono avanzati dai cenoni di pasqua. Prendete della farina di grano delle alpi apuane, tre uova di struzzo brasiliano (alla coop), qualche etto di burro di gallina del modenese.
Mescolate il tutto assicurandovi di usare acqua di stagno con un tasso di iodio pari al 15% del tasso di magnesio. Aggiungete della farina azotata e mettete il tutto in ebollizione affinchè il magnesio non vada in ebollizione. Dopo mettete tutto il una pentola di ceramica anti- proiettile e
cospargete il tutto di panna andata a male.
Infine prendete i frutti di bosco e sistemateli, stando attendi a non girare la testa, sul tutto . Mmm… cotto e mangiato!

INTERVISTA A RANGANATHAN, DOCENTE DI BIBLIOTECONOMIA



- Allora, signor Ranganathan, quando ha scoperto la sua vocazione per la biblioteconomia?
- Ero giovane, frequentavo il college, e le bibliotecarie della nostra biblioteca non mi facevano mai entrare. O mi scacciavano con la scopa, o mettevano il veleno nel mio caffè.
- Bé, deve ammettere che quelle orecchie grandi e pelose non aiutano le relazioni sociali.
- Ha ragione. La prima ragazza l’ho avuta a 47 anni, ed era un muratore ucraino.
- Torniamo alle bibliotecarie. Se non la facevano entrare, come accedeva agli scaffali?
- Date le mie dimensioni ridotte, non mi era difficile eludere la sorveglianza. Le garantisco che gli orgasmi più forti della mia vita li ho provati tra tutti quei meravigliosi libri.
- Non stentiamo a crederlo.
- La tentazione più forte era di rosicchiare quella manna dal cielo, lo ammetto, ma superato il mio primo istinto, ho selezionato molte opere per creare una mia biblioteca personalizzata.
- Lei vuol dire che ha rubato dei libri?
- Non puoi fare la frittata senza rompere le uova.
- E dopo aver creato questa biblioteca, che è successo?
- Ho messo insieme un gruppo di studenti, e la sera ci riunivamo a casa mia e, con un po’ di musica atmosferica, ci scambiavamo pareri sui libri letti. Il maraschino e il Negroni non mancavano mai, e ogni tanto volava anche qualche parola dolce.
- Lei sta dicendo che aveva rapporti sessuali con quei giovani studenti?
- Questo lo dice lei.
- Lo prendiamo per un sì. E ci dica, c’è stato un… collaboratore che le è rimasto particolarmente impresso?
- Ce ne sono stati molti di… collaboratori, ma sicuramente non dimenticherò mai il lavoro fatto con Mauro. Solo con lui ho penetrato… i misteri profondi delle biblioteche.
- E crede che una nuova collaborazione sarà possibile?
- Non so, è scappato in Guatemala con una fotocopiatrice. Mai dire mai.
- La cosa la fa soffrire?
- Non troppo: la vita continua. In fondo, ho i miei libri, il mio orzo la sera e il mio pesce rosso, Carlo, che saluto caramente. Non ho mai conosciuto una vera donna e non ho mai visto la luce del sole, ma che me ne faccio quando posso starmene tutto il santo giorno chiuso in un ripostiglio per le scope classificando i numeri di Playboy?

ORRORE IN CASA HOWE


È di stamattina la tragica notizia della dipartita della ragazza Kinder Bueno (anni 24). La vicina di casa Palmira (anni 77) ha avvertito verso le 9.00 un forte odore di gas provenire dall’appartamento di fianco al suo. Alla ricerca disperata di aiuto, ha bussato alla porta dell’altro dirimpettaio, Andrew Howe, ma non ha trovato nessuno. Con la forza della disperazione, Palmira ha buttato giù la porta di Kinder Bueno tutta da sola e, senza curarsi delle fratture multiple alla spalla, è entrata in casa. "Lo spettacolo," avrebbe detto poco dopo ai pompieri "è stato raccapricciante": Kinder Bueno giaceva riversa a terra, al centro della cucina, senza segni di vita. Vani i tentativi di rianimarla: l’ambulanza è arrivata troppo tardi. Con l’arrivo dei carabinieri, non c’è voluto molto perché i primi sospetti si addensassero sul vicino Andrew Howe, col quale i rapporti non erano dei migliori. "Lui era un mostro", ha detto fra le lacrime Palmira "quella povera ragazza voleva solo un po’ d’attenzione, e poi era malata di nervi: non era colpa sua se non riusciva a smettere di presentarsi a casa di Andrew ogni tre secondi per scroccare i Kinder Bueno". Sfondando la porta dell’appartamento, ogni dubbio si è dissipato: Andrew Howe, il mitico campione olimpico italiano, pendeva dal lampadario del salotto con un cavo elettrico intorno al collo. Omicidio-suicidio? In realtà non si può dire chi dei due abbia fatto fuori l’altro: lui ha ucciso lei perché non tollerava più la sua irritante presenza? Lei ha ucciso lui perché covava un amore non corrisposto? Certo, scompaiono due grandi della pubblicità.

venerdì 21 maggio 2010

MARTINA, DOVE SEI?


Da ormai 48 ore sono state interrotte le ricerche di Martina Carroccio, anni 22, originaria di Bronte (CT), scomparsa la sera di lunedì scorso (3 maggio). Dalla ricostruzione degli inquirenti, la ragazza sarebbe uscita a buttare la spazzatura ubriaca persa, nonostante le perplessità dei coinquilini. Da allora non se ne è più saputo nulla. Solo qualche giorno fa la notizia (ancora da confermare) di un suo ultimo incontro con un venditore di ombrelli marocchino, che, a detta dei testimoni, l’avrebbe ricattata sessualmente, al fine, dice lui, "di fare le cosacce". Il ragazzo è stato sentito come persona informata sui fatti, ma non se n’è ricavato nulla. Sono stati anche ispezionati tutti i cassonetti della spazzatura dallo Statuto a Novoli, nella speranza che la giovane, in preda ai fumi dell’alcool, fosse caduta in uno di questi buttando la spazzatura. Tuttavia la nettezza urbana passa proprio lunedì sera dalle parti dello Statuto, e se Martina fosse finita in un cassonetto la sua fine non sarebbe stata delle migliori. Sperando che qualcuno abbia saputo qualcosa e si faccia avanti, restiamo col fiato sospeso.

I NOMI MEDIEVALI PIU' STUPIDI

GOZBERTO
ANGILBERTO
EGBERTO
ARIBERTO
GISLEBERTO
ALBOINO
VUOLVINO
BIDUINO
BONINO
ALCUINO
EBBONE
DROGONE
ZENONE
GERONE
PANTALEONE
GELLONE
MARGARITONE
ALBERICO
ARDERICO
TEUDEMIRO
EGINARDO
PROTASIO
GERVASIO
GODERAMNO
WITIGOTO
CUNIGONDA
VALBURGA
DUNSTANO
ETELVOLDO
GOTOFREDO
NIVARDO
RAINGARDA
WARMONDO
ADALOALDO
GODESCALCO
GRUAMONTE
VASSALLETTO
ZIANI
GUALA
ALIPIO
BERLINGHIERO
COPPO
GORO
BARNA
BUFFALMACCO
PUCCIO
BOEZIO
GOTTARDO
GUARIENTO
ALTICHIERO

giovedì 20 maggio 2010

COTTO & MANGIATO! (puntata 1)


Benvenuti nella nostra cucina! Oggi faremo un PESTO DI PISTACCHIO che, vi garantiamo, farà impazzire tutti i bambini! Ringraziamo Martina da Bronte (CT) per il prezioso consiglio.
Vi avanzano 5 kg di pistacchi di Bronte? Bene! Versateli nel frullatore, e aggiungete olio di semi di papavero californiano, ma di quello buono, non siate tirchi. A questo punto prendete due o tre spicchi di aglio orsino (lo troverete facilmente alla COOP), tritatelo bene a aggiungetelo ai pistacchi. Tritate tutto fino ad ottenere una morbida crema. A noi piace aggiungerlo nel caffè o sul gelato, ma voi potete letteralmente sbizzarrirvi: intonacare casa, sigillare la doccia e, se volete osare, sembra che sia un ottimo collutorio per la gengivite acuta. Liberate la fantasia! Mmm… cotto e mangiato!
 
 
 
 
 

giovedì 20 maggio 2010

FINALMENTE DISPONIBILE LA CAFFETTIERA DI WILLIAM MORRIS!


L’avete sognata, avete sperato che qualcuno la inserisse nella vostra lista di nozze, avreste ucciso per averla: da oggi, in edizione limitata, è finalmente disponibile nelle migliori botteghe di scalpellini la caffettiera di William Morris! Affrettatevi! E’ un prodotto completamente artigianale, ricavato da una latta di fagioli con un lavoro sapiente e minuzioso, opera dello stesso Morris che ha rinunciato a numerose notti di sonno pur di offrire al mondo un oggetto straordinario! Ne esistono solo 8 pezzi (poi William si è rotto le palle), ma ognuno di essi ha qualcosa di speciale! Oggi proponiamo il pezzo più giocherellone della serie: la CAFFETTIERA MASOCHISTA, con la quale William preparava il caffè al termine delle notti di lavoro, prima che venisse ricoverato per ustioni di terzo grado sulle mani e sulle braccia! Osservate bene, signori, la straordinarietà del prodotto! Oggi, e solo oggi, lo offriamo all’incredibile prezzo di 1299 €, praticamente regalata! Ma non è finita qui: al primo di voi che telefonerà regaliamo anche il pappagallo di Morris, prodotto da lui stesso e utilizzato durante le notti di lavoro! E allora che aspettate! Telefonate!

mercoledì 19 maggio 2010

GIOLITTI: L’UOMO CHE BEFFO’ LA MORTE


Addio crop circles, piramidi e alieni! Oggi il mondo del paranormale si interroga su uno dei misteri più affascinanti della storia umana: la straordinaria longevità di Giovanni Giolitti, leader liberale dell’Italia a cavallo tra ‘8’ e ‘900. Molti di voi, se hanno studiato Storia, si saranno accorti che questo mefistofelico signore è presente nella storia italiana dalla metà del XIX secolo fino agli anni ’20 del XX. La cosa già di per sé è abbastanza strana, dal momento che la vita media di un uomo dell’800 era di 50 anni, ma se ciò vi ha turbato, resterete sgomenti di fronte alle ultimissime scoperte della scienza moderna: sembra infatti che sia stata ritrovata un’iscrizione alla base del Colosseo che confermerebbe che la prima pietra dell’anfiteatro non fu posta da Vespasiano, ma dall’allora giovane e brufoloso Giolitti. Ma questo è niente: medievalisti di tutto il mondo sono rimasti attoniti nell’apprendere che non fu Leone I a fermare Attila (una leggenda costruita ad hoc dalla Chiesa), ma Giolitti, alla testa di un gruppo di socialisti e cattolici incazzati. Come se non bastasse, ulteriori ricerche hanno confermato che il mozzo che per primo avvistò le nuove terre americane nel 1492 non era uno spagnolo, ma un italiano, e indovinate un po’… Tuttavia la prova più schiacciante (e inquietante) dell’immortalità di Giolitti ha fatto il giro del mondo negli anni ’80 senza che nessuno (finora) se ne accorgesse: il giovane (ancora giovane!) rivoltoso con le buste della spesa a piazza Tienanmen che resistette fino all’ultimo contro i carri armati, non era, come molti credono, uno studente, ma ancora lui: il caro vecchio Giolitti. Elisir di lunga vita? Patto col diavolo? Intensa attività sessuale? Non possiamo saperlo, ma se consideriamo che nessuno ha mai visto come finiva effettivamente quel video, c’è da supporre che, da qualche parte nel mondo, Giovanni Giolitti stia ancora escogitando nuovi modi per entrare nella Storia.

« ...Andammo, nella casa di Cavour. Lui giaceva su un grande letto di ferro, ci benedisse. Fuori c'era una gazzarra di giovani fascisti che stazionavano sotto le finestra, in attesa: "Quel vecchiaccio non si decide a morire". »
(Antonio Giolitti, il nipote, su la Stampa - citazione autentica)

CIAO, GIACOMINO

Il prete, don Chisciotte, dichiara: “Non c’è più religione”

Si sono svolti stamattina, nella chiesa di S. Buca a Pordenone, i funerali di Giacomino Tranfaglia (anni 4), l’ultima, presunta vittima della brutale violenza di Peppina, ormai tristemente nota come “l’ammazzacaffè”. Alla presenza delle autorità locali, sono state spese parole di dolore e rabbia, e il prete non ha esitato a parlare di “follia ingiustificata”. Gli amici di Giacomino hanno realizzato uno striscione che è stato poi appeso sull’altare: “Oggi a te domani a noi”. L’incontenibile dolore della madre ha indotto i presenti a lenirne la sofferenza chiudendo anche lei nella cassa. “Ora non soffre più: è col suo angelo”, ha dichiarato il sagrestano Pino. La funzione si è svolta regolarmente, ma, all’uscita del feretro dalla chiesa, si è temuto il peggio: sconvolti e confusi dai recenti accadimenti, gli abitanti di Pordenone hanno ingiustificatamente tentato il linciaggio di un’attempata concittadina, Ubalda Tuttacalda (anni 102). Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. Intanto, la questura informa che il caso è stato ufficialmente riaperto e che Peppina sarà sentita come persona informata sui fatti.
 

AMBROGIO, AVREI UN CERTO LANGUORINO! E' TUTTO FINITO

TUTTI RICORDERANNO AMBROGIO IL MAGGIORDOMO E LA SIGNORA VESTITA DI GIALLO. A DISTANZA DI TEMPO FONTI INDISCRETE CI INFORMANO DELLA MORTE DELLA DONNA PER UN PRESUNTO DIABETE IN UN OSPEDALE NEL COMASCO. SECONDO I PRIMI ACCERTAMENTI SULLA DONNA (LA CUI MORTE "NATURALE" NON HA CONVINTO I MAGISTRATI) RISULTA CHE IL DECESSO SAREBBE SOPRAGGIUNTO A SEGUITO DI UNA VIOLENTA COLLUTTAZIONE.SI CONCLUDE COSI' LA TRISTE E ASSURDA VICENDA CHE HA PORTATO, IERI, ALL'ARRESTO DI AMBROGIO, SEGREGATO IN UN GARAGE COMPLETAMENTE RICOPERTO DI FERRERO ROCHER. IL SIGNOR AMBROGIO, DOPO ORE DI INTERROGATORIO E' SCOPPIATO IN UN PIANTO LIBERATORIO SEGUITO DALLA CONFESSIONE DELL'OMICIDIO. DAL VERBALE GIUNTO IN REDAZIONE, RISULTA CHE DOPO L'ENNESIMA RICHIESTA DEI FAMOSI DOLCETTI DA PARTE DELLA SIGNORA, IN PREDA AD UN RAPTUS OMICIDA, AMBROGIO ABBIA AGGREDITO LA STESSA CON UN CRICK, URLANDO: "PERCHE' NON TE LO PREMI DA SOLA QUEL CAZZO DI TASTO!!!!"

martedì 18 maggio 2010

LE FESTE PIU' STUPIDE IN TOSCANA

 VENUTA DI BABBO NATALE
 PINOCCHIO SUGLI SCI
 RUZZOLATA DEI COCOMERI
 BACIO DEI CRISTI
 CAMMINATA DEL CONTRABBANDIERE
 SAGRA DELLA POTTANA
 PRESEPE MECCANICO DI PALLERONE
 SMARRONANDO E SVINANDO
 SAGRA DELLA FAVA
 SAGRA DELLO SGONFIOTTO
 SAGRA DEL CIAFFAGNONE
 GIUDEATA
 RANOCCHIATA
 CORRIDA DEL MAIALE
 SAGRA DEL CHIODO DI MAIALE
 SAGRA DELLA PUPPORINA E DEL TORDELLO
 RIEVOCAZIONE DELLA SCOMUNICA
 BEFANA ERNESTA
 BEFANATA
 FESTA DI GIACOMO
 FESTA DI LUCA
 PALIO DEI CIUCHI
 SAGRA DELLA PECORA ZARESCA
 SAGRA DELLA RANOCCHIOCCIOLA
 FESTA DELLA FAME E DELLA SETE
 ASPETTANDO LA BATTAGLIA
 SAGRA DELLA FOCACCETTA A LUME DI CANDELA
 FOLLIE DI FERRAGOSTO: SAGRA DEL LARDO
 CANTATA DEI BEFANI
 GIRO D’AUGURI
 PALIO DELLA RANA
 SANT’ANNA E S’ANNINA
 SAGRA DEL RANOCCHIO
 SAGRA DEL POPONE
 FESTA DEI PASTORI
 FESTA DELL’OVO SODO
 SAGRA DELLA FRUGIATA
 BRAVIO DELLE BOTTI
 ZUCCA BARUCCA
 SAGRA DEL PANGIACCIO
 FESTA DEL ROMITUZZO
 GIOSTRA DI SIMONE
 CACCIUCCATA
 FESTA DELLO SCRICCHIO
 LE CURIOSE BOTTEGHINE
 POLVERE E TARLI IN PIAZZA
 TOVAGLIA A QUADRI
 FESTA DELLA PINA
 FESTA STRAMBALLATA
 SBRUCIATATA
 SAGRA DELLA ZONZELLA
 PALIO DEL BOSCAIOLO
 SAGRA DEL CIACCINO
 TORNEO DI PALLA EH!
 SAGRA DELLA GRANOCCHIA
 PIERO FEST

PEPPINA: L'ORRORE CONTINUA (MA PERCHE', PERCHE', PERCHE'?)





A distanza di oltre quarant’anni (la canzone uscì nel 1971) si riaccendono i riflettori sul caso di nera che infiammò l’Italia degli anni ’70, e che vide coinvolta l’ormai tristemente famosa Peppina (Pordenone, anni 93). Solo pochi giorni fa la notizia del tragico ritrovamento del piccolo Giacomino Tranfaglia (anni 4), rinvenuto soffocato nel suo letto (forse portato lì dopo la morte per depistare le indagini). A detta dei medici legali, la morte sarebbe sopraggiunta a seguito dell’ingestione di sette ali di farfalla, quattro o cinque caramelle e mezzo chilo di cipolle. Sembra tuttavia che il colpo di grazia sia stato inferto da una carica letale di tritolo. I nostri lettori ricorderanno bene che gli anni di piombo non furono funestati solo dalle "stragi rosse", ma anche da numerosi decessi, intorno a Pordenone, causati da avvelenamenti in tutto simile a questo. Ogni dubbio, quindi, è legittimo. La madre del piccolo Giacomino ha dichiarato: "Peppina, una madre non perdona. Non chiedo l’esecuzione mediatica, ma mi aspetto che la giustizia faccia il suo corso". Parole dure di una madre disperata, che non ci sentiamo di condannare. Ciò che ci lascia perplessi è sapere la vecchia matta, dopo una serie di processi caduti in prescrizione e rinvii a giudizio, sia ancora a piede libero in quel di Pordenone. Mentre lei continua, allegra ed inquietante, a preparare caffè pirotecnici, i genitori delle vittime aspettano una risposta. Intanto, domani alle 10.00, i funerali dello sfortunato Giacomino nella chiesa di S. Buca.