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sabato 11 febbraio 2012

DOVE MI METTO?


Eccomi qui a narrare le simpatiche vicende di Le Corbusier, celebre architetto svizzero del '900. Ve lo ricordate? Bene, nel 1907 il povero le Corbusier si trovava a Firenze, durante uno dei suoi tanti viaggi nel Bel Paese. Il buon'uomo però aveva un grande problema: ogni volta che arrivava in piazza della Signoria si ritrovava sempre a chiedersi come disegnare Palazzo Vecchio. I testimoni dell'epoca affermano: - Si piazzava ovunque, non si dava tregua, sembrava un licaone in calore -. La scena era praticamente sempre la stessa: arrivava in mattinata verso le 6.00, e iniziava la sua lunga giornata, fatta di delusioni e disegni abborracciati. Un freddo mattino di dicembre, preso dallo sconforto e dalla frustrazione, cominciò a mangiarsi i fogli e ad aggredire i passanti chiedendo se anche loro vedevano Palazzo Vecchio come un edificio "pesante e rozzo". La sua difficoltà, come affermò in seguito lui stesso, stava proprio nella considerazione che "non si sa da che parte strappargli il suo mistero". Gira di qua, gira di là, sali, scendi, ormai in preda a una disperazione esistenziale, salì sul tetto del palazzo di fronte aggrappandosi ad un mensolone. Il destino però lo tradì, e lui precipitò su un chioschino di lupini rovinando anche i pochi disegni accettabili che aveva fatto durante il suo viaggio (il casello autostradale di Mestre, un granaio a Poggibonsi e il famoso "occhio di topo" conservato al British Museum). Niente da fare, non c'è la faceva! Le cronache dell'epoca raccontano che la signora della tabaccheria sulla piazza dovette chiamare quelli della Misericordia affinchè lo portassero via. Cinque mesi in ospedale, durante i quali si racconta continuasse a mangiare fogli e a nascondersi sotto i letti. Sta di fatto che il povero Le Corbusier ritornò in Francia con una frattura multipla alla tibia e con un album da colorare donato spontaneamente con contributi dei cittadini. Povero le Corbusier!

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