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sabato 4 febbraio 2012

ULTIMA ORA: " SAN CRISPINO FA CAHA' "

A seguito delle scottanti proteste che ci sono giunte in redazione circa la fraudolenza della pubblicità del vino San Crispino, che spaccia per buono un vino palesemente merdoso, riportiamo con somma gioia la nota critica di un sommelier, degustatore di professione:

"Il liquido scorre senza densità, e se non fosse per il colore parrebbe diidrogeno monossido. Il profumo, o meglio l'odore, è vinoso, inespressivo, e a niente è valso andare alla ricerca di profumi particolari: nisba. Al palato non risulta neanche un pò caldo, nonostante gli 11º dichiarati che, almeno un pò, si dovrebbero sentire. Una nota metallica, piuttosto, si delinea presto in tutta la bocca. Inducendomi a deglutire. Retrogusto asprignolo che grazie a Dio svanisce subito. Fine della degustazione." (http://www.vinix.com/degustazioni_detail.php?ID=1806)

il nonno malefico
Alla palese scarsa qualità del prodotto, che già presentandosi nel bricco di cartone non è che faccia una figurissima, fa da contraltare uno spot televisivo che vorrebbe darci a bere (è proprio il caso di dirlo) che San Crispino è un genuino prodotto della terra, frutto di oltre 4000 viticoltori (ma non saranno un po' tantini?). Tanto per cominciare il bambino. Punto primo: "Nonno guarda c'è San Crispino!". Ora, io non ho mai visto un santo, ma non credo che abbia quattro ruote e faccia brum brum. Quello sembra proprio un furgoncino. Punto secondo: anche se sono un ragazzo di città, non credo che i bambini di campagna si mettano a correre e a gridare ogni volta che vedono passare un carretto, a meno che non trasporti gelati. La spiegazione più plausibile, allora, è che  quel balordo di San Crispino sia alla guida della vettura: ecco perché il babbeo grida: "C'è San Crispino!". Dobbiamo arguire allora che San Crispino sia uno di quei santoni moderni, che tengono in scacco intere comunità rurali con i loro discorsi farneticanti al fine di far lavorare gli ignoranti come schiavi. L'altra figura chiave dello spot è il nonno beone, un vero concentrato di malvagità. Evidentemente all'azienda vinicola devono aver pensato che quella fosse proprio la faccia giusta per sponsorizzare il loro prodotto, perchè ogni volta che appare sullo schermo brividi gelati cominciano a corrermi lungo la schiena, i cani abbaiano, i gatti soffiano ed i criceti si suicidano. Chissà quanti provini, prima di trovare la faccia giusta! Dopodiché iniziano le interviste agli abitanti del luogo: la vecchia carampana che fa il vino dando da mangiare alle galline (chissà dov'è il nesso), la sexy contadinella arrampicata su una scala come se le viti fossero querce; un paio di beoni che si danno strane pacche sulle spalle lasciando gli spettatori con qualche dubbio di troppo; e infine l'arrivo dei trattori a San Crispino. Ovviamente vorrebbero infinocchiarci facendoci credere che quel vino di merda fatto con la polverina come il thè solubile sia in realtà  prodotto in un'antica masseria in mezzo alle colline toscane, pigiato dai piedi puzzosi dei soliti 4000 viticoltori. Ma se fosse realmente così non si spiega perché un cartoccio da un litro di San Crispino debba costare 1,25 euro.
"E' il nostro vino..." dice alla fine, con aria ispirata, il vecchio malvagio. E bevitelo tu allora, cazzo.

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